Riceviamo e pubblichiamo un articolo di Albarosa Raimondi
Credo sia importante fare chiarezza su quanto in Italia nel campo della sanità, si cerca di “far passare” e cioè l’uguaglianza tra sanità pubblica e privata.
Da anni, nella logica di privatizzare la sanità pubblica nel modo meno appariscente possibile, si cerca di giocare sugli equivoci (purtroppo anche con l’aiuto dell’ex ministro della sanità R. Bindi) relativi agli ospedali pubblici e privati accreditati. Ecco, è proprio sul termine accreditato che si gioca a chi “equivoca” meglio. Molte strutture sanitarie anche grandi di Milano, spesso sono private (quindi si avvalgono di sistemi organizzativi “privati”) ma sono tutte accreditate (come lo era la S. Rita, per intenderci).
Cosa vuol dire accreditato? Molto semplicemente che si usufruisce di fondi pubblici avendo i requisiti, soprattutto strutturali, ma anche, seppur minimi, di personale (spesso neppur dipendente) , stabiliti dalla normativa. Quindi, al pari delle strutture pubbliche , le strutture accreditate “vivono” dei rimborsi regionali senza però i numerosi vincoli che invece colpiscono il pubblico.