Dibattito a Sinistra

La pesante sconfitta subita alle ultime elezioni politiche dalla sinistra comunista e di alternativa anticapitalistica , che aveva investito nella lista unitaria “Rivoluzione Civile”, impone ai comunisti e ai marxisti italiani la necessità di una approfondita analisi e di un serrato confronto. La ricerca deve riguardare  i motivi  che l’hanno causata e, soprattutto, le iniziative  che occorre mettere in campo per aprire una prospettiva concreta per la presenza in Italia di una forza politica in grado di rappresentare e di tutelare coerentemente gli interessi del mondo del lavoro, nelle sue varie articolazioni, e gli interessi generali della stragrande maggioranza del  popolo italiano.

Il Centro Culturale Concetto Marchesi, che già ventidue anni fa, quando fu sciolto il PCI, fu concretamente il luogo in cui si sviluppò l’iniziativa per la costruzione del Movimento per la Rifondazione comunista, si propone anche oggi come uno dei contenitori in cui poter sviluppare un proficuo dibattito fra tutti coloro che sono interessati e aspirano ad aprire una concreta prospettiva di tipo socialista per il nostro Paese.

Apriamo, pertanto, questo dibattito, pubblicando una prima riflessione di Bruno Casati, Presidente del nostro Centro Culturale.

Sollecitiamo, naturalmente, altri contributi e riflessioni.

La Redazione del sito.

Compagni, adesso che si fa?

di Bruno Casati *                                                                                                               

Chi l’avrebbe detto? Chi l’avrebbe mai detto che, con il voto di Febbraio, il M5S sarebbe diventato la seconda forza politica di questo strano Paese e che sarebbe stato un comico ad avere in pugno la golden share del Governo italiano? E ancora, chi l’avrebbe mai detto che la coalizione di Bersani sarebbe riuscita a spuntarla nel voto, ma solo grazie al fatto che nella “corsa del gambero”, in cui vince chi arretra di meno, Berlusconi ha perso qualcosa come sei milioni di voti contro i tre milioni e mezzo lasciati sul campo dal PD e, malgrado ciò, il Berlusconi dato per morto sfiora il sorpasso? E infine, chi l’avrebbe mai detto che, dopo la pensata del Governo Tecnico, oggi, un Governo, avendo oltretutto mantenuto  una pazzesca legge elettorale, è di fatto senza maggioranza e, quindi, le elezioni sono annunciate, con il giovane Renzi che, in riva all’Arno, aspetta il passaggio galleggiante del povero Bersani? E da ultimo, chi l’avrebbe mai detto che le destre unite si sarebbero confermate,  questo è gravissimo, alla  guida della Regione Lombardia, malgrado le reiterate nefandezze di Formigoni e le porcherie di una Lega che dimezza sì i propri consensi in soli due anni, passando dal 26 al 13%, ma oggi si trova a dirigere tutto il Nord produttivo del Paese, fatta forte  della campagna elettorale di un PD tremebondo che è arrivato al voto nazionale dopo un anno passato a emendare timidamente Monti e, in Lombardia, per l’ennesima volta, si è inventato un candidato Presidente impalpabile,  che non ha fatto nemmeno la  campagna elettorale?

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Stipendi italiani: i più bassi d’Europa

Secondo uno studio dell’ISTAT, la media degli stipendi italiani, come si vede dalla tabella, è una delle più basse d’Europa.

In Parlamento tutti ne parlano, ma nessuno se n’è mai occupato.

L’unico modo (lo dicono la storia e l’esperienza) per migliorare la situazione dei lavoratori italiani, non è quello di sperare che un Parlamento, in maggioranza espressione delle classi dominanti, decida chissà quali benefici per i lavoratori, ma è che siano i lavoratori stessi a decidere sul loro destino, pretendendo che i loro sindacati organizzino il conflitto sociale democratico, chiedendo lavoro stabile per tutti e  migliori condizioni di vita. Questo è l’unico linguaggio che i capitalisti capiscono.

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Cuba, Vietnà, China: o retorno da NEP

Frequentemente se escuta dizer que o comunismo no mundo está morto e sepultado. E, quando alguém tenta modestamente falar: “Mas olha que na China, no Vietnã, em Cuba…” isto é irascivelmente liquidado com frases do tipo: “Aqueles já são países capitalistas, só que lhes falta aquela liberdade que nós temos”. O bonito (ou o feio) é que tais respostas, expressões do senso comum, veem seja da direita como da pálida esquerda reformista. E não que, uma e outra, tenham adotado os argumentos sempre caros aos trotskistas. A verdade é que ninguém mais estuda, conhece, examina a fundo, mesmo na era da internet: estamos na era da superficialidade, senão na ignorância informada.

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Cuba, Vietnam, Cina: è tornata la NEP

Spesso si sente affermare che il comunismo nel mondo è morto e sepolto. E, quando taluno prova sommessamente a dire: “Ma guarda che in Cina, in Vietnam, a Cuba…” costui viene stizzosamente liquidato con frasi del tipo: “ Quelli sono ormai paesi capitalisti, solo che manca loro quella libertà che abbiamo noi”. Il bello (o il brutto) è che, simili risposte, che si sono fatte senso comune, provengono sia dalle destre come dalle pallide sinistre riformiste e no che, le une e le altre, hanno fatto propri gli argomenti cari da sempre ai Troskisti. La verità è che nessuno più studia, conosce, approfondisce, pur nell’era di Internet: siamo alla superficialità, se non all’ignoranza, informata.

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Teresa Noce (Estella)

di Jone Bagnoli

Relazione-ricordo alla presentazione del filmato su “Teresa Noce, rivoluzionaria professionale” al Centro culturale Concetto Marchesi, sabato 15 febbraio 2013.

Estella era il nome di battaglia di Teresa Noce, una donna dotata di un carattere molto forte, persino irruente (come diceva lei con fierezza) e di una eccezionale personalità.
Si diceva che sia stata l’unica dirigente comunista donna che sapeva tenere testa a Di Vittorio e allo stesso Togliatti.
Nasce e vive povera, resta orfana prestissimo e perderà anche l’unico fratello nella guerra del ’15/’18.
In uno dei suoi libri: “Gioventù senza sole” ci racconta la vita dei molti giovani e ragazze della Torino popolare.

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