PER BEN AMMINISTRARE
di Giuseppe Eriano *
Stiamo attraversando la più importante crisi (non occasionale, ma strutturale) di sistema, dal 2° dopoguerra ad oggi, creata dal capitalismo “selvaggio” globalizzato (che chiamano liberismo) attraverso le grandi speculazioni finanziarie internazionali, ma pagata, come al solito, dalle classi più deboli con la soppressione dei diritti dei cittadini faticosamente conquistati con decenni di lotte sia in ambito lavorativo (disoccupazione, licenziamenti facili, abbassamento dei salari, delocalizzazioni, precarietà), sia in ambito di welfare (tagli a pensioni, scuola pubblica, sanità pubblica). Le Costituzioni dei Paesi Europei e le Sovranità nazionali stesse sono nel mirino dei grossi potentati finanziari internazionali che prendono sempre più il controllo delle politiche nazionali, allo scopo di impedire la redistribuzione della ricchezza, che resta saldamente nelle mani di pochi.
Ebbene, proprio in questo periodo di crisi, non solo economica e sociale, ma anche morale, con pesanti ripercussioni sulla partecipazione alla vita politica del Paese da parte dei cittadini, sempre più sfiduciati dalla riprovevole condotta di molti governanti (l’astensionismo elettorale, in alcuni casi maggiore del 50% ne è la manifestazione più evidente), l’Italia, oltre che per eleggere il Parlamento Europeo, va al voto amministrativo per eleggere 2 Consigli regionali ed oltre 4000 Consigli comunali.
In queste elezioni, la nostra lista locale di Rozzano **, promossa da PRC, PdCI ed “elementi critici” del PD – che abbiamo chiamato “Unità della Sinistra a Rozzano” – vuole essere una voce fuori dal coro di quel “pensiero unico” che lega le destre a quello che le nostre TV – allergiche al colore rosso, come dimostrato dai pochi secondi dedicati alla lista “l’Altra Europa con Tsipras” – chiamano “centrosinistra di governo”.
“ L’unità della sinistra a Rozzano” si pone ora l’ambizioso compito di partecipare alla costruzione di un’ alternativa per individuare, uniti, un percorso comune di “uscita a sinistra” da questa fase critica della storia, anche a livello locale. A tale scopo abbiamo individuato alcuni elementi fondamentali e le caratteristiche sulle quali basare una “buona Amministrazione Comunale”:
1) Servizio e non Impresa – L’ “aziendalizzazione” estrema nella gestione della cosa pubblica e la logica del “pareggio di bilancio” obbligato (figlio dell’europeo “fiscal compact”, purtroppo recentemente approvato dal nostro Parlamento come modifica costituzionale) hanno come conseguenza negativa di far pagare i servizi pubblici ai cittadini, ove non vi sia possibilità economica di fornirli. In assenza di sufficienti trasferimenti statali, risulta quindi necessario, a livello locale, mettere mano, al cosiddetto “patto di stabilità”, soprattutto per finanziare i cosiddetti “Lavori Socialmente Utili”, sia in ambito ecologico sia in ambito di “assistenza alla persona”, in considerazione del progressivo aumento dell’età media della popolazione.
2) Assunzione di responsabilità con gestione diretta (non esternalizzazione) dei servizi alla persona più “critici” (asili nido, assistenza alle fasce più deboli della popolazione) e limitazione al minimo indispensabile delle altre eventuali esternalizzazioni (es. gas metano). In questo caso i servizi dovranno essere forniti attraverso l’opera di “aziende partecipate” a controllo pubblico, opportunamente rivisitate nella loro organizzazione nel rispetto dei diritti dei lavoratori.
3) Partecipazione “attiva” dei cittadini alle scelte dell’Amministrazione attraverso il “Bilancio Partecipativo”. Tale scelta non deve essere confusa con la partecipazione “passiva” a cui si è chiamati solo per discutere scelte già precedentemente definite. Partecipazione non solo nelle scelte positive, ma anche e soprattutto in quelle negative in una scala di priorità costruita dalla cittadinanza stessa in base ai propri bisogni. Il solo “ascolto dei cittadini” sarebbe sicuramente insufficiente, se l’Amministrazione decidesse comunque indipendentemente dalle esigenze della popolazione.
Per realizzare ciò è necessario costruire una rete di collegamento tra frazioni e quartieri e uffici centrali del Comune di tipo bidirezionale con creazioni di strutture decentrate ad hoc (es. Comitati di quartiere).
4) Trasparenza, come logica conseguenza della conoscenza diretta da parte del cittadino di ogni atto amministrativo attraverso la partecipazione.
5) Solidarietà con la cittadinanza nell’affrontare i suoi bisogni, con particolare attenzione al problema dell’occupazione. La “questione lavoro” è oggi prioritaria e come tale va considerata.
Risulta a tale proposito indispensabile effettuare uno studio analitico dettagliato del territorio, che valuti tutte le opportunità lavorative che è possibile offrire, tramite contatti e conoscenza di imprenditoria aziendale, commercio, esercizi pubblici e privati, etc. A tutto ciò dovrà seguire una promozione mirata di ”stages” formativi, anche coinvolgendo la Regione e senza escludere progetti europei, in base alla “reale offerta” di lavoro della Città.
Sarà compito dell’Amministrazione, con la collaborazione delle Scuole Professionali e dei datori di lavoro interessati, istituire corsi, opportunamente propagandati, in grado di avviare il giovane al lavoro specifico per cui è stato preparato, tenendo assolutamente conto delle sue attitudini ed delle sue inclinazioni.
In sintesi sarà compito dell’Amministrazione, con la collaborazione delle Scuole Professionali e dei datori di lavoro interessati, istituire corsi, opportunamente propagandati, in grado di avviare il giovane al lavoro specifico per cui è stato preparato.
Da questa collaborazione tra Comune, scuole ed aziende/esercizi del territorio, se opportunamente sviluppata, potrebbe trarre profitto anche tutta quella fascia di soggetti in attesa di lavoro (esodati, cassintegrati, in mobilità) che, inseriti in una graduatoria ad hoc, entrerebbero in un processo virtuoso alternativo di “lotta alla disoccupazione” .
Per i già citati “lavori socialmente utili” sarà utile l’istituzione di uno “sportello” a cui possano rivolgersi i cittadini per iscriversi ad un generica graduatoria in merito a diverse tipologie di lavoro riguardanti i servizi alla persona, la cura dell’ambiente, dell’arredo urbano, dei beni culturali etc. A tale scopo potrebbe essere utile promuovere cooperative sociali in grado di sopperire a queste esigenze.
In particolare, l’assistenza domiciliare agli anziani, ai diversamente abili, ai portatori di patologie invalidanti, alle famiglie disagiate potrebbe essere gestita da questi lavoratori, opportunamente addestrati, in stretto contatto con le strutture comunali preposte (psicologi, assistenti sociali). Tutto ciò supportato dalla pregevole opera che già svolge il volontariato.
Utilissima a questo proposito l’istituzione di “residenze diurne”, dotata anche di presidi sanitari, come supporto ai problemi della terza età.
Occupazione, impegno sociale e solidarietà, in questa logica, non potranno che andare di pari passo!
Per quanto concerne il problema emarginazione, il pieno utilizzo dei centri sociali già esistenti ed il reperimento di nuovi spazi aggregativi per una più vasta “partecipazione giovanile” alla vita politica, sociale e culturale della città sono punti di forza di un buon programma amministrativo.
Siamo infatti convinti che, anche qui, come in medicina, la prevenzione sia fondamentale. Per togliere i giovani dalla strada, oltre alla creazione di luoghi e strutture nelle quali possano ritrovarsi e “star bene insieme”, occorrono (sembra paradossale, ma non lo è) anche “operatori di strada” che opportunamente addestrati (indispensabile è la loro qualificazione professionale), anche nell’ambito del volontariato, possano collaborare coi soggetti “istituzionali” che già lavorano organicamente nel settore (psicologi, assistenti sociali, insegnanti).
Interessante sarebbe a tale proposito imitare l’esempio dell’esperienza realizzata a Milano in zona Niguarda, dove si è formato un “comitato di utenti dei SERT” che collabora con gli stessi lavoratori della struttura per migliorare la qualità della vita dei tossicodipendenti nella logica per cui è certamente importante “uscire dal tunnel”, ma ancora più importante è “entrare nella società”.
A me pare che questi dovrebbero essere i punti portanti di un programma, che per le sue caratteristiche di fondo, potremmo definire un programma “per ben amministrare”
*Cardiologo – Candidato Sindaco per la lista “Unità della Sinistra a Rozzano”
**Grande Comune di 41.880 abitanti nel Parco Agricolo Sud di Milano