Riceviamo e pubblichiamo un articolo di Albarosa Raimondi
Credo sia importante fare chiarezza su quanto in Italia nel campo della sanità, si cerca di “far passare” e cioè l’uguaglianza tra sanità pubblica e privata.
Da anni, nella logica di privatizzare la sanità pubblica nel modo meno appariscente possibile, si cerca di giocare sugli equivoci (purtroppo anche con l’aiuto dell’ex ministro della sanità R. Bindi) relativi agli ospedali pubblici e privati accreditati. Ecco, è proprio sul termine accreditato che si gioca a chi “equivoca” meglio. Molte strutture sanitarie anche grandi di Milano, spesso sono private (quindi si avvalgono di sistemi organizzativi “privati”) ma sono tutte accreditate (come lo era la S. Rita, per intenderci).
Cosa vuol dire accreditato? Molto semplicemente che si usufruisce di fondi pubblici avendo i requisiti, soprattutto strutturali, ma anche, seppur minimi, di personale (spesso neppur dipendente) , stabiliti dalla normativa. Quindi, al pari delle strutture pubbliche , le strutture accreditate “vivono” dei rimborsi regionali senza però i numerosi vincoli che invece colpiscono il pubblico.
A questo punto magari qualcuno non comprenderà in cosa possa consistere il danno per i pazienti e in cosa possano differenziarsi gli ospedali pubblici dagli istituti privati accreditati. Siamo così portati a pensare che tutto ciò che è privato sia meglio e più bello del pubblico! Eppure la differenza è semplice ed è costituita dal guadagno. Mentre nel pubblico nessuno è interessato a guadagnare, non dipendendo lo stipendio dal numero degli interventi che l’ospedale fa, e quindi sono effettuati solo gli interventi utili e necessari, nel privato accreditato, i proprietari, che vi hanno investito parecchi soldi, vogliono, oltre a riprendere i soldi investiti, anche guadagnare. Ecco quindi la disinvoltura, chiamiamola così, con cui si cercano di incrementare i rimborsi regionali a volte anche eseguendo interventi non proprio necessari.
Sotto l’era del governatore Formigoni, gli enti privati accreditati sono notevolmente aumentati contrariamente a quelli pubblici, per i quali vi sono state drastiche riduzioni di posti letto e personale sanitario, con l’evidente scopo di“soffocare” il servizio pubblico.
Tornando ai molti enti sanitari privati che operano in Lombardia, spesso, oltre ad essere accreditati, hanno conseguito terminologie sempre più simili a quelle pubbliche. Questo all’evidente scopo di confondere meglio le idee ai cittadini, non consentendogli di differenziare il pubblico dal privato e portando sempre più verso la sanità privata che, sarà bene ricordare, quando sarà l’unica ad esistere, di fatto curerà solo i ricchi (come succede in effetti negli USA). Infatti il sistema americano si basa soprattutto sulle assicurazioni che, ovviamente, cercano di guadagnarci anche loro e quindi assicurano meglio le persone non a rischio e, comunque, non tutte le patologie.
Sarebbe preferibile, onde evitare ulteriori confusioni in un settore già abbastanza “confusivo”, non far passare per ospedale, e quindi ente pubblico, ciò che invece è solamente privato, seppure accreditato.