Il Centro Culturale Concetto Marchesi (CCCM) esiste dal febbraio 1984, quando il Professor Alberto Mario Cavallotti, famoso pediatra e nipote del nonno paterno Felice (patriota e garibaldino), ne inaugurò la sede di Via Spallanzani 6, intitolandola appunto al grande latinista. In questi 33 anni di vita il Centro ha sempre ricercato la connessione tra la propria autonomia di iniziativa e i principi insiti nella Costituzione repubblicana, nel segno di Concetto Marchesi e dello stesso Mario Cavallotti che furono, prima, partigiani antifascisti e poi autorevoli costituenti. Ed è questo nesso che ci ha consentito di essere considerati, ieri come oggi, un punto di riferimento per i Partiti e le Associazioni che popolano numerosi l’arcipelago della sinistra milanese e lombarda.
Via Spallanzani è il loro luogo d’incontro riconosciuto, il luogo dell’unità della sinistra. E, in effetti, e solo per parlare degli ultimi mesi, il CCCM ha ospitato il Comitato Elettorale della coalizione definita “Milano in Comune”, che ha partecipato alle elezioni amministrative e, subito dopo, è diventato la sede dei Comitati per il NO di Milano e Lombardia che sono stati, con l’ANPI e la CGIL, i protagonisti decisivi di quella vittoria nel referendum del 4 dicembre 2016 che ha scosso il quadro politico. Per non dimenticare la Conferenza Nazionale dell’Associazione “Libertà e Giustizia”, che si è tenuta nella nostra sala, sempre accompagnando queste aperture esterne con i nostri programmi di iniziative interne di buon livello. E, solo per ricordare quelle organizzate per quest’anno, citiamo: la Conferenza sul Movimento Cinque Stelle tenuta dal Professor Aldo Giannuli; l’incontro con l’Ambasciatore Sergio Romano sul tema attuale “Putin e la Russia oggi”, e, ai primi di maggio, un Convegno di studi su Antonio Gramsci a 80 anni dalla sua morte. Già con queste offerte culturali il CCCM, con il senso dei propri limiti, si colloca all’avanguardia nel panorama politico-culturale di questa metropoli e non solo. E vorremmo insistere su questo doppio binario, che dà la cifra di quel che è, e vorrebbe essere, il CCCM anche nel futuro: apertura esterna, in cui mettere in relazione quanti magari non si parlano e programma culturale interno. E, a tal proposito vorremmo insistere nel nostro ragionamento sull’Europa dove, già con il blog “Pennabiro”, abbiamo approfondito con un seminario sia sulla Brexit che sulle ricadute in Europa del voto negli USA. E vorremmo continuare, ragionando di Sindacato e del Comune di Milano, ma anche di Cina e di Cuba dopo Fidel. Non certo dimenticando che il 7 novembre di quest’anno ricorre il centenario della Rivoluzione russa e noi vorremmo interrogarci su quel che resta di quei famosi “dieci giorni che sconvolsero il mondo”.
Sin qui la sommaria sintesi di quel che abbiamo fatto recentemente e quel che ci proponiamo di fare. Non trascurando che il CCCM mette a disposizione, oltre a una biblioteca di 4000 titoli, anche la più completa raccolta delle riviste del Movimento operaio Italiano.
Ma il CCCM, nel panorama milanese, è una luce che resta accesa, ma resta accesa a fatica; corriamo il rischio che si spenga. Si spenga in questa città che vuole apparire europea, che moltiplica gli eventi (la settimana di questo e quello), ma chiude le librerie, mentre moltiplica i locali di tendenza, da Corso Como alla Darsena. Una città dove il cittadino si sente protagonista solo mettendosi in fila, per l’EXPO o per una mostra, con l’ambizione di farsi un selfie davanti a una tela di Cezanne. In questa città si vive di effimero e di autorappresentazione (“io c’ero”), mentre le periferie sono abbandonate e, dopo l’illusione Pisapia, sono tornate a votare a destra. Chi oggi resiste e aggrega? Sono gli Oratori, sono i Centri Sociali, sono i Comitati che, moltiplicandosi, denunciano l’assenza della politica e resiste, in affanno, il CCCM di via Spallanzani. dove si cerca di combattere il senso di scoramento che deriva da una politica ridotta ora a immagine, ora a pragmatismo, ora a qualcosa di peggio. Siamo però in pochi, anzi pochissimi, a contrastare questo presente e a lavorare per tempi migliori. In pochi, pochissimi, che oggi si rivolgono a quanti, e ci sono, hanno a cuore il destino della sinistra e ben sanno che, senza una base culturale e un cemento ideale, può vincere il pensiero di chi dice che la destra, la sinistra, la classe, la lotta di classe, il conflitto sociale, sono categorie del passato. Ed è con il discorso che Renzi ha fatto al Lingotto (dove ci sono tutte queste affermazioni) che si spiana la strada alla reazione. E a questo punto, e siamo vicini, gli eventi e la movida servono solo ad occultare il presente. È questo che, anche da una piccola realtà come il CCCM, vogliamo contrastare. Volete essere con noi in questa controffensiva politica culturale che recuperi e attualizzi i valori della Costituzione repubblicana? Se sì, sosteneteci, sottoscrivete per il CCCM, diventate soci del CCCM, partecipate alle nostre iniziative, suggeritene altre, insomma tenete accesa la luce in via Spallanzani: la luce della democrazia e della partecipazione.
Il presidente Bruno Casati
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